venerdì 10 aprile 2020

IL BICCHIERE DELLA STAFFA

 
Hai presente quelle serate che ci facevamo un tempo, quando eravamo giovani? Serate che iniziavano con un aperitivo al bar Piacere, dove cominciare a prendersi per il culo e a fare il “fondo” alcoolico…serate che continuavano con il trasferimento verso il ristorante, di solito una trattoria di quelle lorde, di quelle dove mangiare, bere, fare casino senza troppi problemi…posti fatti di suino alla brace, di salame nostrano, di vino pestone…di padelle e utensili appesi al soffitto, di un camino acceso, di camerieri truci…
Posti dove sembrava di entrare nella cucina della “sciùra” di turno, dove il dolce era la crostata del discount, dove non mancava mai la grappa per digerire…dove si usciva pagando una quota fissa, anni luce prima che i geni della ristorazione si inventassero i menu a prezzo fisso o gli “All you can it” di prodotti orientali…
Erano quelle serate dove gli spostamenti in macchina erano avventurosi, più allegri di un corteo nuziale, “funestati” dalle improvvise incursioni degli Omarone-Show, dove si rischiava la denuncia per fare uno scherzo, dove c’era sempre il personaggio che era preso di mira (a volte con pezzi di pane o ossa di costine…)…serate che proseguivano con un “digestivo” in qualche locale dove recuperare un minimo di dignità, ma che più spesso significava completare il quadro dell’indecenza…serate dove nessuno era più in grado di guidare e c’era sempre qualcuno che, chissà come, riusciva a portare a casa gli altri…serate che, pensandoci col senno di poi, hanno rappresentato rischi che oggi nessuno di noi si assumerebbe più, serate che con le leggi attuali ci avrebbero messo nei guai…
Si, eravamo giovani e incoscienti e magari la mattina seguente, dopo rari momenti di riposo agitato e ancora con l’occhio “porcino” a far bella mostra di sé, ci si ritrovava insieme al lavoro, con una sensazione di disagio nemmeno troppo mascherata ma con la serenità di sentirsi invincibili…
Ebbene, in quelle serate ho imparato, tra tante cose strane, che il vino è traditore, rispetto, ad esempio, alla birra, nell’eterno derby dei brindisi in compagnia…
Quando bevi birra succede che, a un certo punto, senti il cervello mancare qualche colpo, perdersi in pensieri curiosi: è il momento in cui inizi a perdere lucidità.
In questa situazione si è chiamati a una decisione: continuare o fermarsi.
L’uomo assennato a quel punto si ferma e da li in poi, se non assume più alcool, inizia a riprendersi e nel giro di pochi minuti, ore a volte, è completamente lucido (attenzione, niente a che fare con il valore riscontrabile attraverso un etilometro…parlo di lucidità di cervello, nessuna implicazione sui riflessi…).
Con il vino, invece, succede una cosa differente: quando ti rendi conto che stai iniziando a perdere lucidità, ebbene caro ragazzo, ti svelo questa verità: è troppo tardi!!!
L’effetto di quanto hai bevuto non è ancora arrivato completamente al tuo cervello: probabilmente la seconda metà di quanto hai ingerito non è ancora in circolo ed è li che inizia il dramma, perché nonostante tu ti sia fermato, l’alcool continua a invadere i tuoi sensi in modo sempre più incisivo fino a spedirti in una dimensione che trascende la realtà, che spesso fa star male (specie se il vino è di infima qualità…).
In questi giorni di emergenza, nei quali ci viene richiesta solo un po’ di pazienza per superare questo dramma epocale chiamato Corona Virus, oppure CoVid19, stiamo assistendo a una sbornia collettiva di gente che ad ogni costo vuole uscire, persino gente che ha la forma del divano di casa da 20 anni si è riscoperta runner competitivo…gente che all’idea di portar fuori il cane si sarebbe suicidata oggi non vede l’ora di far fare a Fufi i propri bisogni anche 6/7 volte al giorno…gente che si lamentava di dover andare al lavoro oggi non vede l’ora che riapra la ditta, solo per il gusto di uscire di casa…
E dopo tre settimane, nell’imminenza della Pasqua, anche di fronte ad alcune “modifiche alle disposizioni”, all’improvviso, un sacco di gente si è sentita autorizzata a farsi bellamente i fatti propri, uscendo come e se vuole, con o senza mascherina, per motivi seri o no…gente che va a fare la spesa ogni giorno per comprare due cose, gente che entra 4/5 volte al giorno nello stesso supermercato, gente che si muove con la stessa facilità di tre mesi fa, solo con la mascherina, come se con quella fosse tutto risolto, spesso con mascherine da dentisti, come prevenire le botte in testa con un berretto di lana invece che con un casco.
Il problema, però, è che questo maledetto virus non è birra, bella, spumosa, dorata…è vino rosso, ruvido, legnoso…e come il vino impiega più tempo per fare effetto.
Oggi potrebbero uscire tutti e non avremmo risultati concreti a livello statistico…e così per i prossimi 15 giorni (tempo massimo di incubazione, secondo i dati scientifici utilizzati fino ad oggi)…e tutti saremo felici e diremo che si può fare, che non cambia nulla, che ci hanno “imprigionato” senza motivo, che il Governo ancora una volta ci ha fregato, che siamo liberi e sani, che il virus era una bufala, che era un complotto dei Rothschild per prendere il potere, che serviva una distrazione per distogliere l’attenzione dalle scie chimiche e dalla verità della terra piatta che stava per essere svelata…
E ci abbracceremo, convinti che tutto è finito, torneremo a camminare, ad affollare le città, i bar, i ristoranti, torneremo sulle spiagge, viaggeremo in capo al mondo, ci strozzeremo di aperitivi…
Poi…poi il sedicesimo giorno arriverà l’effetto della follia del primo, ci accorgeremo di aver bevuto troppo vino ma sarà tardi per fermarci: e sarà solo una goccia della tempesta che si scatenerà, sarà solo un granello di sabbia nella frana che ci travolgerà, sarà solo un refolo di vento del ciclone che ci spazzerà via…
Perché ogni giorno trascorso avrà fatto crescere in modo esponenziale il contagio e allora capiremo, forse, l’errore commesso, ma smettere di bere non basterà più.
Se siamo una razza che vuole definirsi evoluta dovremmo imparare dalla storia, come affrontare momenti difficili a livello planetario, ma basterebbe anche essere un po’ meno evoluti e imparare dalle piccole esperienze quotidiane, come la reazione del cervello a un bicchiere di vino…il problema è che siamo ignoranti e, ancor peggio, arroganti, convinti di essere inattaccabili e immortali…
Ebbene, o impariamo rapidamente e ci evolviamo o siamo destinati all’estinzione, ma lo faremo con il sorriso sulle labbra e le guance rosse per il vino bevuto…prosit!!!

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