lunedì 6 maggio 2019

IN ONORE DEL DOTTOR MARIO FABBRI

Oggi, lunedì 6 maggio 2019, dopo una lunga malattia, si è spento all'Ospedale di Belluno il Dottor Mario Fabbri, dopo 83 anni di battaglie...
 

Con lui se ne va un altro dei grandi protagonisti di quella stagione drammatica che si chiama Disastro del Vajont, pochi mesi dopo la scomparsa dell'avvocato di parte civile Sandro Canestrini.
Nel 2011 gli è stato assegnato il Premio Glomere nella sua Macerata e in quell'occasione ho avuto il privilegio di scrivere e presentare un racconto per celebrarlo...riporto qui quello che scrissi allora con tutto il cuore e che ora uso per salutarlo...con le mie povere parole a ringraziare un piccolo grande uomo.

"Io l’ho incontrato, Fabbri: è stata una bellissima chiacchierata d’altronde è sempre bello parlare con persone che raccontano cose interessanti con passione e competenza.
E, sapete? È stato un incontro strano: vi confesso che prima di arrivare da lui mi tremavano le gambe, ma come la porta si è aperta…un clima di grande cordialità, di voglia di raccontare…
Mi ero anche preparato alcune domande, per conoscerlo meglio, per capirlo: non ce n’è stato bisogno…5 ore di chiacchierata libera in cui ha raccontato con una lucidità invidiabile, tutta una serie di episodi che raccontano la sua vita e, soprattutto la vicenda del Vajont.
Io, però, mi sono annotato alcune impressioni su di lui e ve le leggo:
<<Una persona pacata, gentile e disponibile, ma al contempo deciso e determinato, preciso e pragmatico: sottile ed evasivo, di colpo sa diventare accorto e abile come una volpe. È un uomo che parla lentamente, ponderando pensieri e parole, facendo grande attenzione alla scelta dei termini.>>
Preciso.
Davvero un personaggio che non lascia niente al caso, nemmeno nell’ospitalità.
E allora tra un caffè e un buon digestivo, ecco che la sua memoria d’acciaio si snoda in un fiume di ricordi, eventi, avvenimenti.
E soprattutto persone, volti, nomi.

A partire da quelli della sua famiglia, con il padre internato durante la guerra in un campo di prigionia o il fratello partigiano, fucilato dai tedeschi 24 ore prima della liberazione, ma anche quelli dei personaggi che ne hanno segnato la vita e la carriera professionale, come il giudice Arcangelo Mandarino, Procuratore della Repubblica di Belluno, o personaggi del calibro di Aldo Moro o del potente giudice Gennaro Desena.
E, mano a mano che il dialogo scorre scopro le sue abilità giornalistiche, per le quali in gioventù ha avuto numerose proposte importanti, mai accettate per seguire la via della Magistratura. 
E qui il racconto prende la via fatale del Vajont, di quella ondata maledetta che spazza via una valle, 4 mesi dopo la sua presa di servizio come Giudice Istruttore.
...le emergenze affrontate con freddezza, quasi con cinismo, certamente con competenza…
…e poi la mastodontica opera di riorganizzazione della documentazione messa sotto sequestro…e
la consapevolezza, mano a mano che l’indagine si svolgeva, di quanto il tragico finale fosse già drammaticamente scritto nelle migliaia di pagine analizzate…
Per me è semplicemente un uomo: un uomo come se ne trovano pochi, onesto e retto.
Un uomo che ha sempre saputo parlare con correttezza, in un mondo zeppo di menzogne e di false verità create ad arte e secondo convenienza.
Penso che l’unica parola che oggi tutti noi possiamo pronunciare, unendo tutti i nostri diversi intenti è proprio un sentito e trasparente GRAZIE, per l’uomo che è e per l’insegnamento che la sua vita rappresenta.
GRAZIE DOTTOR FABBRI"

venerdì 11 gennaio 2019

VENT’ANNI SENZA…FABER

Quando alle 2.30 di quel maledetto 11 gennaio 1999, un carcinoma polmonare ha strappato al mondo Fabrizio De André, il cantautore degli emarginati, il poeta degli sconfitti, forse non si poteva ancora immaginare quanto quest’uomo avrebbe segnato gli anni a venire, paradossalmente più ancora degli anni che lo hanno visto protagonista.
La poesia di Faber, la sua capacità di usare le parole per scavare nell’animo umano, l’infinita abilità nel comporre versi eterni e infiniti, non solo lo hanno consegnato alla storia come uno dei più straordinari poeti di sempre, ma hanno dimostrato quanto avanti fosse il suo pensiero, tanto da essere sempre un passo oltre il presente.
Il “Principe Libero” ha cantato di uomini e donne, di poteri e debolezze, di amore e passioni, di violenza e sensibilità, con una delicatezza che lascia sconcertati, anche e soprattutto in tempi come questi, dove ogni cosa è urlata e strepitata, dove chiunque si sente in dovere di gridare la sua opinione e di dileggiare le credenze altrui.
De André ha saputo, al contrario, con la sua voce calda e avvolgente, con la sua acutezza e intelligenza, raccontare di un’umanità piena e viva, arrogante e spaventata, spavalda e inerme. Umanità che ha saputo mettere in ogni idea, progetto, frase scritta, brano composto.
Umanità con la quale ha saputo dipingere, in tempi incredibili e precedendo la storia umana di decenni, persino le Sacre vicende, la Vita di Gesù.
Nel 1970, infatti, viene pubblicato l’album “La Buona Novella”, scritto l’anno precedente, in pieno periodo di contestazioni: uno dei primissimi concept album del panorama italiano, scritto dal cantautore genovese ispirandosi alle vicende di Gesù, lui, profondamente anarchico e laico, come sono raccontate nei Vangeli Apocrifi, particolarmente il “
Protovangelo di Giacomo” e il “Vangelo arabo dell'infanzia”.
L’album è un concentrato di emozioni, un racconto che si snoda attraverso tutta la storia dell’annuncio del Vangelo a partire dalla nascita di Maria per arrivare alla crocefissione, raccontata dai presenti, come per le Laude Medievali: e lungo la Via Della Croce ecco la vendetta, la paura, il dolore, la rabbia, la rassegnazione…tutto un campionario di emozioni profondamente umane, forti, sofferte.
L’album intero racconta di esseri umani che, insieme, nell’infinita varietà delle umane passioni, costruisce la Salvezza di un Dio che si fa uomo: proprio in questo Mistero si snodano i brani, che iniziano con un “Laudate Dominum” per arrivare al finale, nel riconoscimento di un uomo che rivoluziona la Storia, a dire con convinzione “Laudate Hominem”, dopo che in 10 brani il nome stesso del protagonista, Gesù di Nazareth, non viene mai nominato.
Oggi, 11 gennaio 2019, esattamente dopo 20 anni dalla sua morte, Fabrizio De André torna a presentare le vicende della Buona Novella, 50 anni dopo averle scritte e lo fa attraverso un gruppo di artisti straordinari, capaci di prendere le emozioni scritte da Faber e rimusicate dalla PFM per trasformarle in un brivido lungo e intenso: “Genti Diverse – Officina Musicale” nasce proprio per questa idea, per questo progetto, per ricordare un uomo straordinario attraverso la sua poesia.
Nell’Auditorium di Osio Sopra si farà Memoria di una lunga e intensa poesia, perché 20 anni senza Faber sono lunghi e difficili da sopportare…