Con lui se ne va un altro
dei grandi protagonisti di quella stagione drammatica che si chiama Disastro
del Vajont, pochi mesi dopo la scomparsa dell'avvocato di parte civile Sandro
Canestrini.
Nel 2011 gli è stato assegnato il Premio Glomere nella sua Macerata e in quell'occasione ho avuto il privilegio di scrivere e presentare un racconto per celebrarlo...riporto qui quello che scrissi allora con tutto il cuore e che ora uso per salutarlo...con le mie povere parole a ringraziare un piccolo grande uomo.
Nel 2011 gli è stato assegnato il Premio Glomere nella sua Macerata e in quell'occasione ho avuto il privilegio di scrivere e presentare un racconto per celebrarlo...riporto qui quello che scrissi allora con tutto il cuore e che ora uso per salutarlo...con le mie povere parole a ringraziare un piccolo grande uomo.
"Io l’ho incontrato,
Fabbri: è stata una bellissima chiacchierata d’altronde è sempre bello parlare
con persone che raccontano cose interessanti con passione e competenza.
E, sapete? È stato un
incontro strano: vi confesso che prima di arrivare da lui mi tremavano le
gambe, ma come la porta si è aperta…un clima di grande cordialità, di voglia di
raccontare…
Mi ero anche preparato
alcune domande, per conoscerlo meglio, per capirlo: non ce n’è stato bisogno…5
ore di chiacchierata libera in cui ha raccontato con una lucidità invidiabile,
tutta una serie di episodi che raccontano la sua vita e, soprattutto la vicenda
del Vajont.
Io, però, mi sono annotato
alcune impressioni su di lui e ve le leggo:
<<Una persona pacata,
gentile e disponibile, ma al contempo deciso e determinato, preciso e
pragmatico: sottile ed evasivo, di colpo sa diventare accorto e abile come una
volpe. È un uomo che parla lentamente, ponderando pensieri e parole, facendo
grande attenzione alla scelta dei termini.>>
Preciso.
Davvero un personaggio che
non lascia niente al caso, nemmeno nell’ospitalità.
E allora tra un caffè e un
buon digestivo, ecco che la sua memoria d’acciaio si snoda in un fiume di
ricordi, eventi, avvenimenti.
E soprattutto persone,
volti, nomi.
A partire da quelli della
sua famiglia, con il padre internato durante la guerra in un campo di prigionia
o il fratello partigiano, fucilato dai tedeschi 24 ore prima della liberazione,
ma anche quelli dei personaggi che ne hanno segnato la vita e la carriera
professionale, come il giudice Arcangelo Mandarino, Procuratore della
Repubblica di Belluno, o personaggi del calibro di Aldo Moro o del potente
giudice Gennaro Desena.
E, mano a mano che il
dialogo scorre scopro le sue abilità giornalistiche, per le quali in gioventù
ha avuto numerose proposte importanti, mai accettate per seguire la via della
Magistratura.
E qui il racconto prende la
via fatale del Vajont, di quella ondata maledetta che spazza via una valle, 4
mesi dopo la sua presa di servizio come Giudice Istruttore.
...le emergenze affrontate
con freddezza, quasi con cinismo, certamente con competenza…
…e poi la mastodontica
opera di riorganizzazione della documentazione messa sotto sequestro…e
la
consapevolezza, mano a mano che l’indagine si svolgeva, di quanto il tragico finale
fosse già drammaticamente scritto nelle migliaia di pagine analizzate…
Per me è semplicemente un
uomo: un uomo come se ne trovano pochi, onesto e retto.
Un uomo che ha sempre
saputo parlare con correttezza, in un mondo zeppo di menzogne e di false verità
create ad arte e secondo convenienza.
Penso che l’unica parola
che oggi tutti noi possiamo pronunciare, unendo tutti i nostri diversi intenti
è proprio un sentito e trasparente GRAZIE, per l’uomo che è e per
l’insegnamento che la sua vita rappresenta.
GRAZIE DOTTOR FABBRI"