domenica 22 marzo 2020

RESTIAMO VIVI...E UMANI

Il mio buon amico Valerio Curcio, uomo di scienza, grande matematico, da settimane sta studiando i dati emessi dal Ministero dell’Interno, per tentare di dare un quadro della situazione, per capire quando vedremo la luce, là, in fondo al tunnel…e ha anche azzardato alcune motivazioni per cui Lombardia e Veneto siano le regioni più colpite…
Questo mi ha portato a una serie di riflessioni…
1-I numeri: al mio paese, meno di 7000 anime e non tra i più colpiti, stanno morendo 10 persone a settimana, per lo più anziani (stamattina il sito della Parrocchia riportava 3 nomi e, in aggiunta, un ex parroco…quando ho ricontrollato prima di cena ne ho trovati scritti altri 4 oltre a quelli…)…ebbene, un paio di giorni fa ho visto un articolo in cui si elencavano tutti i nomi delle vittime e sotto lo spazio del mio comune comparivano solamente 2 nomi…come è possibile? Credo che molti dei morti delle ultime 8/10 settimane siano semplicemente morti, senza preoccuparsi di analizzare la loro positività o meno al virus…più che comprensibile, purtroppo: di fronte a un morto, fare un tampone significa spendere preziosi tempo e risorse…il tampone è utile per prevenire, altrimenti è solo strumento per le statistiche e, credo, sia uno spreco…
2-Questo può significare una cosa sola: se oggi parliamo di 5000 vittime totali, e ammesso che il mio comune possa essere una pietra di paragone valida, ci troviamo di fronte a un numero reale di vittime superiore ai 20mila…una vera e propria ecatombe, come molti che hanno avuto vittime in famiglia sanno fin troppo bene…
3-La stessa cosa avviene con il numero dei contagiati: se uno manifesta sintomi riconducibili al virus viene isolato, ma non gli viene praticato il tampone a meno di un peggioramento: in questo caso viene controllato e, nella maggior parte delle situazioni, viene ricoverato…è a questo punto che entra ufficialmente nelle statistiche…ebbene, quanti sono positivi senza saperlo, combattendo i sintomi come una normale, grave, influenza? Quanti, grazie al cielo, guariscono senza mai entrare a far parte dei “numeri”?
4-Posto che i numeri ufficiali non siano quelli reali: se ci fosse anche solo una possibilità di utilizzare quelli reali, ce li direbbero? Che effetto farebbero? …la fila di bare in attesa nella cappella del PapaGio, la coda di camionette dell’esercito…se queste “immagini” fossero ancora più “voluminose” scatenerebbero il panico? O contribuirebbero ad affrontare con maggior serietà le imposizioni governative?
5-Perché proprio la Lombardia è stata la più colpita? E perché proprio Bergamo? Credo che, al netto di quegli episodi considerati come “chiave”, tipo la partita di Champions dell’Atalanta, Bergamo sia stata “fregata” da sé stessa, dalla sua geografia, dal suo modo di vivere…
Bergamo è ricca di industrie, fatta ancora molto di manifattura, di spazi ristretti nei quali far lavorare molte persone…difficile utilizzare il famoso smart working…e ancora più difficile bloccarla!
Mi spiego: con tutto il bene che posso volere a Codogno, ma non mi risulta che li ci sia un ospedale, né aziende fondamentali…chiudere un “paesino” è un conto, chiudere una zona piena di ospedali, di aziende che forniscono servizi essenziali diventa complicato…
6-La geografia stessa non ci è stata utile: Bergamo, per chi non la conoscesse, è fatta di molti paesi tutti attaccati, spesso senza soluzione di continuità…ricordo le espressioni sorprese di amici di altre zone d’Italia che, passando da un comune all’altro, non capivano come fosse possibile un’urbanizzazione tanto elevata; ecco, avere molti, troppi spazi congestionati e troppo pochi spazi liberi, nei quali far disperdere le malignità, di certo non è stato un aiuto…
7-Siamo animali sociali, non c’è che dire e abbiamo abitudini di normale socialità: la cena in compagnia, l’aperitivo dopo il lavoro, la colazione al bar…e poi la partita allo stadio o tutti insieme al bar preferito…e la partita a calcetto tra amici? E la palestra? Ah, la sana camminata sui monti in gruppo, e la discoteca…ma anche la Messa…Vero che sono tutte abitudini diffuse più o meno ovunque in Italia, ma quando questo avviene in una città popolosa e con non molte “opzioni” ecco che le poche “location” sono molto affollate…
8-Come fai a fermarci? Ieri parlavo con un’amica che vive in Svizzera e si diceva incazzata perché sentiva che gli italiani erano presi in giro per questa storia…le ho detto che un mese fa anche noi prendevamo per il culo i cinesi…poi abbiamo scherzato su Codogno…poi ci siamo resi conto anche noi che da ridere non c’era proprio niente…ebbene, come fai a fermarci? Solo tre settimane fa tutti pensavamo che al virus avremmo fatto un culo tanto, “Pura de nisü, Schèfe de negòt”, onnipotenti come ci siamo sempre sentiti…fino a quando abbiamo capito che questo piccolo essere non giudica, non sceglie, non fa preferenze…ti prende comunque tu la pensi, chiunque tu sia…
9-Siamo stati vittime delle nostre stesse scelte, anche politiche, degli ultimi decenni…a partire dai tempi di Tangentopoli (che, non dimentichiamo, proprio nella Sanità spolpava le casse dello Stato per ingrassare i conti correnti privati di politici e faccendieri), continuando per i clamorosi traffici del “celeste” e dei suoi degni successori, con tagli continui e insistiti a una Sanità che era, e grazie al cielo è ancora, tra le più avanzate al mondo…se i numeri riscontrati in Lombardia si fossero verificati in qualsiasi altre regione del Centro-Sud, sarebbe stata un’ecatombe…
Se non ci fossero stati tagli tragici, probabilmente, avremmo avuto molte più armi, molti più posti letto, molti più medici e infermieri, molte più attrezzature per combattere e vincere questa guerra, sacrificando meno vite umane…ognuno di noi sa quanti mesi, anni a volte, bisogna attendere una visita, un controllo, un’operazione (io stesso ho rischiato la vita qualche anno fa perché la mia operazione non urgente, rinviata per mesi, è diventata improvvisamente urgente e molto più grave di quanto avrebbe dovuto essere…)…
Ricordiamoci di questo quando la tempesta sarà passata, ricordiamoci di quanti, per profitto, hanno spolpato gli ospedali giocando con la vita nostra, dei nostri amici, dei nostri parenti…
10-Siamo stati fregati dal nostro essere comunità, ma anche dal nostro essere divisi…l’entità “Lombardia” esiste solo a livello politico, non ha fondamento sociale…nessun lombardo si sente tale, l’ho sempre sostenuto: siamo bergamaschi, milanesi, comaschi, bresciani…e spesso divisi per valli, zone, comuni, contrade…di certo una identità unica non c’è e questa mancanza è ben rappresentata anche a livello politico, dove le decisioni, specie di questi ultimi giorni, portano a un accentramento incredibile verso Milano, con misure preventive verso il capoluogo, e lasciando abbandonati alla loro guerra le “periferie” di Bergamo, Brescia, Cremona e Lodi…altrimenti non si spiegherebbe (se non con un vile tornaconto economico, ma a questo non voglio proprio pensare…) l’accentramento dell’ospedale da realizzare in zona fiera e il contemporaneo stop imposto all’ospedale da campo degli Alpini da realizzare a Boccaleone, certo di più immediata realizzazione e di maggior praticità nell’affrontare l’emergenza “in loco”…
11-Torniamo alla domanda: come fai a fermarci? Le disposizioni del Governo parlano di bloccare tutte le attività, tranne quelle essenziali…niente di nuovo rispetto alle disposizioni di due settimane prima…come già spiegato, tenendo aperti gli ospedali, devi per forza approvvigionarli di dispositivi usa e getta (camici, mascherine, guanti…), devi lasciar muovere i trasportatori che li riforniscono, i rivenditori che trattano questi articoli, le lavanderie che trattano indumenti dei sanitari, lenzuola ecc…
Oppure lasciare aperto i supermercati vuol dire tener aperto le aziende che li riforniscono e le aziende che riforniscono queste…tipo l’azienda che fa le insalate, ma anche l’agricola che rifornisce materie prime o la cartiera che produce gli imballaggi…in una zona come questa un simile intreccio è enorme e coinvolge centinaia di aziende, migliaia di addetti…com’è possibile fermare?
Detto questo, il Governo può dire che la aziende alimentari devono restare aperte…o possono farlo…servirebbe che le singole aziende, per una volta, mettessero il benessere dei propri dipendenti davanti a qualche settimana di fatturato e quelle “non direttamente coinvolte in questa emergenza” evitassero di aprire…ma sto parlando di industriali illuminati e non ne vedo uno dai tempi di Olivetti, purtroppo…
Io non credo di avere una soluzione, ma da “ignorante” mi muoverei in questo modo: tutto bloccato!!! Chiunque voglia aprire perché conscio di essere indispensabile, può presentare al Prefetto una richiesta con i dettagli del perché fa parte dei “necessari”; il Prefetto decide in tempi rapidi…così verranno fuori le aziende che lavorano solo perché parte di una categoria “protetta” o perché veramente necessarie…per chi ha la coscienza a posto non dovrebbero esserci problemi…ma, al solito…sono un sognatore…
12-La cosa fondamentale ora è rimanere vivi, difendersi con le unghie e con i denti, proteggere i propri cari, lottare contro un nemico che abbiamo visto all’opera solo nei più catastrofici film di Hollywood…ed essere ancora qui, quando sarà tutto finito, per raccontare la vita che riparte, come una grande, immensa, coloratissima primavera del Mondo.

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