mercoledì 7 marzo 2018

EROI, VERI O PRESUNTI

 
 
Naturalmente, ed è uno dei tormentoni post-elettorale, gli italiani non sono razzisti, la stessa lega sta sventolando l’elezione del suo militante Toni Iwobi come un vessillo al suo non-razzismo.
Peccato che chiudere gli occhi non sia una buona soluzione, non aiuta a risolvere i problemi reali, non contribuisce a leggere nel modo corretto i tempi che stiamo vivendo.
Proviamo a leggere i segni di questo momento complesso della nostra Storia.
Un invasato militante di casapound di Macerata, candidato per la lega nord senza prendere nemmeno un voto (ora, almeno il suo doveva prenderlo…cioè, nemmeno lui ha votato per sé stesso…com’è possibile?) spara a caso contro ignari passanti, tutti di colore, sfiorando una strage degna dei peggiori massacri Made in USA…
Un uomo depresso e desideroso di suicidarsi per motivi economici, esce con una pistola (mai visto uno che per spararsi esce e va in mezzo alla folla…di solito uno lo fa nella solitudine dei propri luoghi…) e, mentre cammina, cambia idea: capisce che per risolvere i suoi problemi economici gli basta farsi arrestare e mantenere in galera…allora cosa fa? Estrae la pistola e spara sei-colpi-sei contro un uomo…uno a caso? No, naturalmente: un senegalese, un ambulante che stava lavorando onestamente per mantenere sé stesso e la sua famiglia…ora, se fosse che ha scelto proprio lui sarebbe grave, ma se avesse sparato a caso, sarebbe ancora, e molto, peggio!!! Significherebbe che, davvero, agli occhi suoi e di altri, troppi altri, un essere umano dalla pelle nera, proveniente o originario dell’Africa, ha meno valore di uno bianco o italiano, meno importante di una famiglia italiana (che, secondo lui, avrebbe risparmiato perché impietosito…).
Incredibile in mezzo all’assurdo: Idy Diene, ucciso senza pietà a Firenze, era sposato con
Rokhaya Kene Mbengue. Nel 2011 Rokhaya era sposata con Samb Modou, assassinato da un militante di casapound nella strage di Firenze del 13 dicembre 2011: due volte vedova in pochi anni, sempre per omicidi per mano di lucidi folli “bravi ragazzi”.
Si, lui, l’assassino di Idy, era una brava persona, incensurato, detentore regolare di tre pistole e due fucili, il vicino di casa di chiunque.
Infine, ed è storia di poche ore fa, il sindaco di Ventimiglia, Enrico Ioculano, ha ricevuto l’ennesima minaccia di morte a sfondo razzista, scritta da qualche invasato semianalfabeta:
Sindaco, basta negri! Capisco che implicitamente danno una mano all’andrangheta che tu – da buon calabrese – sostieni. Ma noi ne abbiamo le scatole piene!
Scippi, violenze, spese per mantenere spacciatori e prostitute. L’Italia agli italiani! L’eroe di Macerata insegna. Anche Ventimiglia avrà la sua strage con te in testa e una decina di “sporchi negri”. Contaci! Un eroe vendicatore”.
Ora, se fossimo in un Paese normale, questa notizia sarebbe tra le principali di ogni notiziario, per la sua gravità, avremmo visto il Ministro dell’Interno portare solidarietà al Sindaco di Ventimiglia, avremmo avuto tutto il mondo politico schierato in favore di Ioculano, ci sarebbe stata una richiesta di protezione per il rappresentante dello Stato sul Territorio (che altro il Sindaco non è…)…e invece: silenzio!
Ma c’è anche un altro aspetto in questa vicenda davvero penosa, quasi incommentabile: siamo il Paese di Falcone, di Borsellino, di Graziella Campagna, di Ninni Cassarà, di Pippo Fava, di Carlo Alberto Dalla Chiesa, di Nicola Calipari, di Libero Grassi, di Don Pino Puglisi…e non solo…sentire qualcuno che definisce un pazzo che nella sua lucida follia tenta di sterminare quanti più esseri umani possibile, sentire qualcuno che lo definisce “eroe”, come qualche anno fa un uomo tra i più potenti in Italia definiva come “eroe” Vittorio Mangano, “
testa di ponte dell'organizzazione mafiosa nel Nord Italia”  (P.Borsellino, 1992), capomandamento della Famiglia di Porta Nuova tra il ’92 e il ’93, gli anni delle stragi, condannato per duplice omicidio, estorsione, traffico di stupefacenti…
Ecco, se personaggi del genere vengono definiti “eroi”, se nessuno si scandalizza per questo, se non scendiamo in strada per far sentire la nostra voce di fronte a queste nefandezze, di fronte al più che evidente razzismo che sta travolgendo il nostro Paese (ma tutta la nostra Povera Vecchia Europa…), se lo strano sono io che preferisco definire come "eroe"
Rokhaya Kene Mbengue, due volte fatta vedova dai "bravi ragazzi" italiani, se preferiamo manifestare per una squadra di calcio o per una trasmissione televisiva, beh, allora, parafrasando Nanni Moretti: “Ce li meritiamo i cinepanettoni”…

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