martedì 27 marzo 2018

LA CRISI DEL VENTUNESIMO

Italia 21esima nella classifica del Ranking FIFA.
Beh, l’eliminazione dal Mondiale non è stata effetto di due sciagurate partite, ma di un declino che il mondiale 2006 aveva solo mascherato con un exploit estemporaneo…dopo di allora due eliminazioni nella prima fase contro squadre non trascendentali (per non dire modeste), due europei in chiaroscuro e una serie di prestazioni mai convincenti.
La crescita dei giovani è ben lontana dai fasti del passato, proprio mentre le nazionali di vertice crescono in modo esponenziale e molte nazionali di seconda e terza fascia ci stanno superando in termini di programmazione, pianificazione, appeal internazionale e tecnico.
Non è un caso che l’Italia sia ora preceduta da nazioni come Cile, Perù, Tunisia, Messico, Islanda, Danimarca, Svizzera, persino l’Olanda che ha appena chiuso un quadriennio da incubo!
Non è un caso che nelle eliminatorie per Russia 2018 l’Italia abbia chiuso con 21 reti realizzate, che, ripulite dei 9 centri messi a segno contro il Liechtenstein, si trasformano nel misero bottino di 12 centri in 8 gare, incontrando avversari del calibro di Albania, Israele e Macedonia. Un solo gol realizzato in 180 minuti contro l’unica avversaria di livello del girone (la Spagna) e zero in due sfide nel play-off contro una squadra non imbattibile come la Svezia.
Gli azzurri non hanno segnato per 375 minuti, dal gol di Candreva in Albania e l’ultimo gol di un attaccante risale a settembre 2017 con Immobile contro Israele. Il gol di Insigne contro l’Inghilterra è arrivato solamente su un calcio di rigore concesso con l’ausilio del VAR che, in termini di regolamento, non avrebbe dovuto esserci.
Eppure abbiamo Belotti che è valutato (non si sa da chi a questo punto) 90 milioni, tanto vale la clausola rescissoria, abbiamo Immobile che sta segnando vagoni di reti tanto da essere in corsa per la Scarpa D’Oro, abbiamo Insigne che è considerato un fenomeno, abbiamo Verdi per il quale lo squadrone del Napoli era pronto a fare follie solo due mesi fa, c’erano Eder e Gabbiadini…
Il problema della squadra è palesemente in attacco, eppure i commenti del popolino in queste settimane vertevano sull’inopportunità della presenza di Buffon in queste due amichevoli.
Al di la dei meriti concreti, ci si lamenta che i nostri giocatori non abbiano esperienza ad alto livello o internazionale, ma per i portieri evidentemente è diverso…guardiamo le nostre squadre principali per cercare di capire di più: il Napoli, che pare sia la squadra di riferimento nel nostro campionato, schiera uno spagnolo e ha un brasiliano come riserva, la Roma ha un brasiliano, un rumeno e un polacco, l’Inter ha uno sloveno (le riserve italiane giocano, forse, una partita all’anno), la Lazio ha un albanese e un croato, anche l’Atalanta ha un albanese; queste sono le squadre di alto livello in Italia e che hanno giocato le coppe europee. Dopo di loro ci sono Sampdoria, Fiorentina, Torino, Bologna e Udinese, tutte che schierano portieri italiani molto altalenanti (forse l’unico più costante rimane Sirigu, ma anche lui è in fase discendente di una carriera che non ha mai convinto fino in fondo), giusto per stare sui richiesti “buoni livelli”, e Perin non è mai realmente cresciuto, rimanendo un buon portiere, elastico e reattivo tra i pali ma imbarazzante quando tenta di uscire; inoltre il fatto di non essersi mai allontanato dal Genoa, dove ha potuto giocare per la salvezza e senza competizioni internazionali, non lo ha certo favorito nella crescita.
L’unico possibile è di certo Donnarumma che, però, sembra essere un po’ rimasto il bravo giovane portiere di due anni fa: anche lui ha un rendimento peggiore rispetto all’anno dell’esordio…le chiacchiere e i capricci del suo procuratore e suoi direttamente non lo stanno certo aiutando, anzi: sta sentendo sempre di più il peso di “dover” essere il portiere di riferimento per l’Italia, succedendo a uno come Buffon (che a 39 anni è stato ancora eletto miglior portiere della Champions League, davanti a gente come Neuer, Navas, Subasic, Ter Stegen, Oblak…).
Per il suo bene spero che l’anno prossimo non vada a farsi ricoprire d’oro ai piedi della Tour Eiffel: se vuole veramente crescere dovrebbe sperare in altre piazze, tipo Barcellona o City, oppure restare al Milan, dove è un dio e qualsiasi errore, in campo o fuori, gli verrebbe perdonato…
Di certo, tornando alla questione più generale della Nazionale, il problema non è l’attacco, né la difesa, né il portiere e nemmeno il CT: il problema è che stiamo tentando di usare la Nazionale per far credere che i problemi sono in risoluzione, ma la questione dovrebbe essere esattamente agli antipodi!
Per uscire dal tunnel nel quale si è infognata la Federazione, e per estensione tutto il movimento, dovrebbe davvero strutturarsi con serietà e per il bene reale del calcio, evitando il penoso balletto degli ultimi mesi dove si è cambiato tutto per non cambiare niente: questo se veramente c’è la volontà di risalire la china da quell’ignominiosa 21esima posizione.

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