domenica 23 marzo 2014

SCOMPARSO DAI RADAR

Prosegue ormai da più di due settimane la ricerca del volo MH370 della Malaysian Airlines scomparso l’8 marzo scorso, con risultati pressochè inesistenti. 

E’ come se l’aereo fosse svanito nel nulla: le ricerche si stanno svolgendo in un’area di 26mila km che sono uno spazio enorme, perché potrebbe aver deviato la rotta in qualunque direzione e per chissà quanto tempo. Vero è che la zona “scelta” per le ricerche è nel corridoio sud, anche perché l’India ha informato di non aver mai avuto contatti con il volo in questione. Pare impossibile, inoltre, che il volo abbia potuto volare verso Cina o Russia senza essere rilevato.
Questo ha dato vita a decine di ipotesi, dalle più plausibili alle più assurde, da chi ipotizza l’esplosione in volo a chi pensa a un dirottamento (si, ma per dove? Sarebbe dovuto atterrare da qualche parte…), chi sfodera l’idea del kamikaze che avrebbe spento i trasponder e “tuffato” l’aereo in mare aperto fino a chi ipotizza la dissoluzione dell’aereo ad opera di esseri infradimesionali.


Naturalmente, alla fine di tutto, si tratta solo di chiacchiere: quello che conta è che 239 persone sono partite da Kuala Lumpur alla volta di Pechino e di loro non si sa più niente.
239 vite, 239 famiglie in attesa, 239 sorrisi che sono dispersi chissà dove.
Negli ultimi giorni pare siano stati trovati dei reperti nella zona interessata, ma la notizia è ancora fonte di nuovi misteri, annunci e smentite.
Storie già tristemente sentite: ascoltare gli aggiornamenti di questa vicenda non può non rimandare gli italiani alla vicenda del DC9 abbattuto sui cieli del Tirreno il 27 giugno 1980.
Anche li i primi giorni (ma nel nostro paese è sempre tutto molto dilatato, fino a diventare eterno e scomparire nelle nebbie dell’inconscio) c’era uno smarrimento completo e le parole che giravano tra gli addetti ai lavori erano le stesse che sentiamo in questi giorni: “scomparso dai radar”, “localizzati resti”, “oggetti galleggianti in mare”, “interrotto i contatti”.
Purtroppo la storia de “I-Tigi” non ha ancora una verità scritta, ma è ancora oggetto di indagini, depistaggi, silenzi, vergognosi “Segreti di Stato”: sembra troppo sperare che questa storia, la vicenda del Boeing 777 della
Malaysia Airlines abbia un finale diverso?
Se davvero l’aereo è caduto, esploso o dirottato e la vita di 239 persone è stata spazzata via (visto che le speranze di trovare dei superstiti si assottigliano ogni momento), chi l’ha potuto fare? Chi ha ideato, progettato, realizzato  tutto questo, senza che nessun sistema di controllo abbia potuto accorgersi di alcunchè? Possibile che nessun controllo, civile o militare, abbia avuto segnali dopo l’una e 7 minuti dell’8 marzo? Possibile che nessuna FIR sia stata attraversata dalla traccia di questo volo?
L’aeronautica civile italiana è stata condannata per il mancato controllo dei cieli di quella sera fatidica: anche qui, anche oggi, la ricerca dei reperti in mare dovrebbe correre parallelamente alla ricerca della verità. Lo dobbiamo, come umanità, ai 239 passeggeri del volo MH370 e alle loro famiglie, ma anche alle 81 vite spezzate sul volo IH870, perché non siano più figli e vittime di una verità dimenticata.
       
 

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