Il 27 gennaio 1945 il Primo Reparto della 60°
armata del Generale Kurockin guidata dal maresciallo Ivan Konev arriva ai
cancelli di un campo di prigionia; qui ci sono persone in fin di vita, mezzi
morti di fame, freddo e fatica. Nel campo trovano circa 7000 persone ancora
vive.
Tante…ma pensiamo che solo nel campo 1 si trovavano sempre circa 20mila prigionieri e li sono stati uccisi 70 mila esseri umani.
Si svela al mondo l’orrore di Oświęcim, a 60 km da Cracovia, che diventerà tristemente celebre con il nome tedesco AUSCHWITZ.
A 73 anni di distanza, stiamo vivendo un rigurgito mai visto finora di razzismo, di divisioni in classi sociali, di rifiuto di tutto ciò che è “altro”: si sta dividendo il pianeta in bianchi e neri, belli e brutti, giusti e sbagliati, cristiani e musulmani.
In ogni angolo delle nostre città, sui luoghi di lavoro, nei punti di incontro, in decine di trasmissioni televisive, nelle dichiarazioni criminose di certa marmaglia politica: il “diverso” è il nemico da eliminare, il motivo di ogni malessere, la causa di un mondo che sta imbarbarendo.
Forse oggi, più che mai, fortissimamente, diventa necessario fare davvero Memoria: Memoria di un fatto che non si è ancora esaurito, che si ripropone negli insulti razzisti, nell’educazione malata ai figli improntata al rifiuto del diverso, nelle leggi che discriminano, nella negazione di ciò che “è stato”.
Tante…ma pensiamo che solo nel campo 1 si trovavano sempre circa 20mila prigionieri e li sono stati uccisi 70 mila esseri umani.
Si svela al mondo l’orrore di Oświęcim, a 60 km da Cracovia, che diventerà tristemente celebre con il nome tedesco AUSCHWITZ.
A 73 anni di distanza, stiamo vivendo un rigurgito mai visto finora di razzismo, di divisioni in classi sociali, di rifiuto di tutto ciò che è “altro”: si sta dividendo il pianeta in bianchi e neri, belli e brutti, giusti e sbagliati, cristiani e musulmani.
In ogni angolo delle nostre città, sui luoghi di lavoro, nei punti di incontro, in decine di trasmissioni televisive, nelle dichiarazioni criminose di certa marmaglia politica: il “diverso” è il nemico da eliminare, il motivo di ogni malessere, la causa di un mondo che sta imbarbarendo.
Forse oggi, più che mai, fortissimamente, diventa necessario fare davvero Memoria: Memoria di un fatto che non si è ancora esaurito, che si ripropone negli insulti razzisti, nell’educazione malata ai figli improntata al rifiuto del diverso, nelle leggi che discriminano, nella negazione di ciò che “è stato”.
Il pensiero di Primo Levi inciso sul Memoriale delle vittime
italiane ad Auschwitz non è stato un sufficiente ammonimento per noi,
generazioni future…e di questo tutti noi, si dico, ognuno di noi, dovrà
risponderne davanti al tribunale della storia.
Visitatore, osserva le vestigia di questo campo e medita.
Da qualunque parte tu venga, tu non sei estraneo,
Fa’ che il tuo viaggio non sia stato inutile,
che non sia inutile la nostra morte.
che non sia inutile la nostra morte.
Per te e per i tuoi figli,
le ceneri di Auschwitz valgano di ammonimento,
le ceneri di Auschwitz valgano di ammonimento,
Fa’ che il frutto orrendo dell’odio,
di cui qui hai visto le tracce, non dia nuovo seme
né domani né mai!
di cui qui hai visto le tracce, non dia nuovo seme
né domani né mai!
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